Troppe ferite di parole sconnesse dagli atti
E di atti divisi dal cuore
Mi rinchiudono in un'armatura di doloroso silenzio
I trasporti, il calore, gli abbandoni
Per chi scalerà i muri delle mie paure
E attraverserà il fossato della mia solitudine
Disperata sacerdotessa di un culto pagano
Presso l'altare ardente del mio imperituro desiderio
Eretto al dono di un dio crudele e indifferente
Ti ho cercato anche dove so che non sei
Implausibile ricucire altrove le parti di te
Nella queste in cui conquisto solo me stessa
A. Hacker, The high priestess
Riverbero incantatore
Dell'Io che costruisce glorifica maledice Io
Di fronte un'illudente platea di ciechi riflessi
Di sottofondo
Non più lo scorrere schietto dell'acqua
Ma scroscianti acclamazioni e strepiti sconosciuti
Luce accecante, ricerco la nebbia
Il sole taglia e trafigge, la coltre protegge
Rifugio da un'autocoscienza affilata appuntita
Permanenza troppo breve
Non c'è fuga possibile
Dalla propria anima
In punta di piedi sotto la pioggia
Vado incontro a lorde pozzanghere
Fango e sangue punteggiano le gambe nude
Domani volteggerò
Nuovamente intatta
Impeccabile