COMPLOTTISTI. Il “social” di Byoblu chiude i battenti (ma purtroppo li riapre)
Il “social network” complottista e di estrema destra di Messora messo alla porta dal suo fornitore
[Articolo comparso qui sul numero 414 di Sicilia Libertaria. Gennaio 2021]
Masto.host, un fornitore di istanze Mastodon (una sorta di “Twitter federato”), mette alla porta il “social” di Byoblu, network mediatico di riferimento nel panorama italiano della destra post-ideologica e complottista. Le basi di questa scelta sono le ripetute violazioni di policy da parte di Byoblu e che hanno portato il fornitore a modificarle ulteriormente. Messora, proprietario del network, scrive di “implicazioni sulla libertà di espressione” e al suo telegiornale si parla di “censura”, eppure pretende di disporre a piacimento del megafono altrui. Vediamo perché. Mastodon e altri programmi federati fanno insieme il fediverso, che si basa su un unico protocollo di comunicazione (in questo caso ActivityPub) e una pluralità di forme e contenuti. Si va da piattaforme social come Friendica, al microblogging di Mastodon o di Pleroma, all’organizzazione eventi di Mobilizon. Essendo programmi liberi e a codice aperto (“free/libre and open source software”), qualsiasi singolo o gruppo con un po’ di capacità tecnica e un investimento modesto può aprirsi un proprio “pezzo” di social network e federarsi agli altri. Anche Sicilia Libertaria, volendo! A tutti sono garantite le libertà di esecuzione, studio, modifica e ridistribuzione di questi programmi, incluso combinazione delle stesse (esempio: modifica + ridistribuzione); non c’è da dar conto a chi sviluppa o a chi pubblica il programma; non ci sono gli oboli delle “licenze d’uso” di tanti programmi che siamo più o meno costretti a usare ogni giorno. Il sistema operativo GNU, il kernel Linux o il browser Mozilla sono solo fra i software liberi più famosi. Questo vuol dire anche che non esiste “il social Mastodon”, ma tanti nodi federati chiamati “istanze”, ciascuna gestita in propria autonomia. Perciò possiamo trovare istanze di movimento o antagoniste (perfino anarchiche), istanze di gruppi di affinità o scopo o tematiche (musicali ad esempio), istanze di associazioni, di partiti o di imprese, nonché istanze di governi o letteralmente di fascisti. La differenza abissale è che non esiste un’autorità dall’alto che decide cosa (non) va diffuso, ma che ogni istanza è responsabile dei contenuti che diffonde verso se stessa e le altre che federa. Non ci sarà quindi un Twitter o un Facebook che, dall’alto, deciderà sul destino di ciò che pubblicate online. Ciò non vuol dire di aspettarsi che tutto vada bene, in nome di una libertà di espressione priva di responsabilità di cosa si diffonde. Pur con diversi approcci, ci si aspetta infatti di non trovare propaganda nuclearista su un’istanza anti-militarista, o l’account di un’agenzia di governo su un’istanza anarchica. Come pure è lecito aspettarsi una defederazione pressoché totale – in gergo “isolamento” – delle istanze fasciste o simili. Non è “censura”, è libertà di associazione, e ciascuno ha il diritto di scegliere con chi associarsi (o non associarsi). Abbiamo promosso l’isolamento di Byoblu tramite l’iniziativa #isolateByoblu, profondamente ispirata – se non proprio copiata nelle grafiche – all’iniziativa analoga #isolateGab per isolare il social alt-right statunitense di Gab. L’iniziativa isolateGab ci ha supportato dal primo istante. Oltre alla differenza di lingua, se su Gab i contenuti sono smaccatamente espliciti, su Byoblu sono ammantati da un’aura “giornalistica”, talvolta “accademica”. In breve: fascisti in doppiopetto dal linguaggio forbito. Non dicono “negro” ma parlano di “sostituzione etnica”. Quando se ne denuncia il razzismo, non parlano di “sostituzione etnica” ma di “omologazione dell’Europa”... e via discorrendo per termini sempre più sfuggenti per il grande pubblico, ma che alle orecchie del proprio pubblico esprimono sempre lo stesso concetto. Per questo in inglese si parla di fischietto per cani, “dog-whistle”, in analogia agli ultrasuoni che un umano non sente ma un cane sì. Abbiamo tradotto in inglese e in parte in francese alcuni passaggi emblematici dei video di Byoblu. Ad esempio, nella presentazione del canale Messora stesso sostiene che «i “Poteri Forti” ci hanno fatto credere [...] che le razze sono un’illusione». Inoltre il canale intervista con accondiscendenza alcuni ospiti internazionali quali Aleksandr Dugin, fascista eurasianista e sedicente “ideologo di Putin”, oppure il guerrafondaio “consulente strategico” Edward Luttwak. Grazie alla nostra iniziativa di sensibilizzazione, nel fediverso ci si è posto il problema nonostante la barriera linguistica. Alcune istanze hanno defederato a vista, altre si sono prese più tempo. Perché allora MastoHost ha potuto chiudere l’istanza Mastodon di Byoblu? A differenza delle istanze su server autogestiti (“self-hosting”), l’istanza di Byoblu era ospitata (“hosting”) dai server affittati da MastoHost, fornitore di istanze Mastodon. Nelle politiche di hosting di MastoHost, è previsto che non accetta di ospitare istanze che promuovono/diventano ritrovo per utenti che promuovono contenuti di: razzismo, transfobia, discriminazioni basate sul sesso o sul genere, “alt-right” cioè destra razzista, islamofoba e antisemita sotto le mentite spoglie della libertà di espressione. Le finalità di Byoblu erano di fatto contrarie alle condizioni di servizio da prima che Byoblu chiedesse un’istanza a MastoHost, ma Byoblu ha abusato della buona fede di chi non conosce l’italiano. Quando MastoHost ha saputo chi stesse ospitando, dopo cioè la nostra iniziativa di sensibilizzazione, a quel punto ha stretto i termini di policy aggiungendo una lunga lista di cose – complottismo, pseudoscienza e postverità – e ha invitato Byoblu a fare i bagagli. Dal telegiornale di Byoblu si annuncia che faranno un’istanza su server proprio. Bisogna dubitarne visto che di 15.000 account iscritti solo 20-25 erano attivi secondo gli stessi utenti del social di Byoblu.
Aggiornamento: La speranza che non avessero le competenze tecniche per tirare su un servizio era infondata perché il 17 dicembre l’istanza è ripartita, anche se non siamo sicuri su quale sia il fornitore. Non un buon motivo, ovviamente, per interrompere la campagna avviata quest’anno.
Gruppo Informale IsolateByoblu